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Vitis vinifera

Vitaceae

Pianta dal portamento irregolare e contorto, con foglie palmate verde intenso e frutti a grappolo da cui si ricava vino o altre bevande fermentate.

Vitis vinifera
Botanics in the Heller Garden - 50 Drawings by Carlson Skoluda

Fam: Vitaceae

Spe.: Vitis vinifera L.

Nome volgare: Vite da tavola, uva

Etimologia: il nome del genere deriva da vitis e da víeo con il significato di legare, avvolgere. Il nome della specie invece arriva da vínum vino, grappolo e da féro cioè portare: che produce frutti a grappolo da cui si ricava vino o altre bevande fermentate.


Descrizione: Il portamento naturale di questa pianta è irregolare, con ramificazione rada ma molto sviluppata in lunghezza, anche diversi metri.

Il fusto piuttosto contorto, di varia lunghezza è rivestito di una corteccia che si distacca a nastro. La colorazione, grigiastra nei rami di un anno, diventa marrone con l’età. I rami giovani allo stato erbaceo sono detti germogli, una volta lignificati si chiamano tralci. Inoltre, compaiono organi di sostegno (viticci) che hanno uno sviluppo a spirale e permetto l'ancoraggio del germoglio ad un supporto di qualsiasi natura. Nella V. vinifera i viticci sono ramificati e si formano in modo discontinuo.

Le foglie sono palmate, di colore verde intenso, con lamina intera o suddivisa in genere in 3 o 5 lobi più o meno profondi; Il margine è irregolarmente dentato; in genere la pagina superiore è piuttosto glabra mentre quella inferiore può essere più o meno tomentosa fino ad arrivare ad essere cotonosa. In autunno le foglie assumono, a secondo del vitigno, una colorazione gialla o rossastra.

I fiori sono riuniti in infiorescenze a pannocchia, dapprima erette, poi pendule. I singoli fiori sono primariamente ermafroditi ma possono trasformarsi in maschili o femminili per aborto dei rispettivi organi o per perdita di funzionalità. La corolla è formata da cinque petali poco appariscenti, verdastri, saldati alla base; nei fiori ermafroditi le antere sono disposte all'altezza dello stimma, ma sono rivolte verso l’esterno; perciò, l'impollinazione della vite tende ad essere prevalentemente incrociata.

Il frutto è una bacca, detta acino; il colore della bacca matura varia, secondo il vitigno, dal verde al giallo, dal roseo al rosso-violaceo, dal nero o al nero-bluastro, ma l'intensità e la tonalità del colore può variare anche in funzione delle condizioni ambientali, in particolare l'illuminazione. La forma degli acini è in genere sferica, subsferica, ellittica o ovoidale. Gli acini sono riuniti in un grappolo.

In generale si dice spargolo un grappolo aperto, con acini radi ed è tipico delle uve da tavola; mentre si dice serrato un grappolo con acini strettamente appressati che è rappresentativo delle uve da vino.


Habitat: Asia occidentale; ora presente in tutti i continenti ad eccezione dell'Antartide.


Proprietà ed utilizzi: Uva fresca, vini, succhi, marmellate e passiti. In molte cucine anche le foglie della vite sono utilizzate per creare dei piatti particolari.


Note e Curiosità: La storia della vite ha oltre cento milioni di anni e si è evoluta sotto forma di molte specie, la maggior parte delle quali non è sopravvissuta alle ere preistoriche. La selezione delle varietà coltivabili è all’origine della viticoltura e ha circa 10.000 anni di storia. Essa ha inizio dopo l’ultima glaciazione, nella cosiddetta Mezzaluna fertile, ossia la zona compresa dal Caucaso fino all’Egitto, per poi diffondersi verso il Mediterraneo e in Europa settentrionale.

Con la scoperta dell'America la vite fece il suo ingresso nel Nuovo Continente, dapprima in Messico e successivamente, grazie ai conquistadores, anche in Sud America.

Esistono molte leggende e storie del passato legate alla vite. In Grecia esiste il culto di Dioniso, dio del vino e dell'ebbrezza e narra una favola greca moderna che un giorno Dioniso, disceso dall’Olimpo per far visita ad un amico, dopo aver camminato a lungo si sedette sulla riva di un ruscello per riposarsi. Mentre si guardava intorno vide un grazioso virgulto e decise di farne dono all’amico. La raccolse e per proteggere le radici dal sole le coprì con un ossicino di un uccello. Ma poiché la pianta cresceva a vista d’occhio, le radici avevano superato l’osso in cui erano incastrate, diventando bersaglio dei raggi solari che le avrebbero presto inaridite. Dioniso preoccupato, cercò un riparo più efficace e lo trovò in un osso di leone che, sovrapposto al primo, avrebbe salvato la pianticella. Ma le radici continuavano a svilupparsi tanto che il dio si servì addirittura di una mascella d’asino. Giunse finalmente dall’amico e trapiantò la piantina insieme con gli ossi e questi finirono sottoterra. La pianta crebbe con le sue larghe foglie, finché all’inizio di settembre offrì i suoi grappoli maturi che il dio spremette e ne ricavò una bevanda vermiglia: era nato il vino che Dioniso donò agli uomini prima di ritornare sull’Olimpo. Gli uomini cominciarono a berlo sentendosi così allegri che cantavano come uccellini. Poi continuarono a bere diventando forti come dei leoni. Bevvero ancora purtroppo, e il loro cervello s’impigrì come quello dell’asino. La morale della storia ammonisce a non abusare del prezioso succo fermentato.

La vite è una delle piante di più antica coltivazione, predilige zone con clima mite ed estati calde e asciutte. Qui nel giardino botanico Heller si può vedere avvilupparsi su una struttura ad arco mentre si attraversa il ponticello sopra il laghetto Malo.

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