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Phyllostachys spp

Poaceae

I bambù sono graminacee perenni anche se possono diventare ben più alte di un albero. Hanno un portamento elegante, flessuoso e non si spogliano delle foglie in inverno. Le foglie sono sottili, lunghe, reclinate verso l’esterno, di colore verde brillante e crescono sui culmi chiamati “canne”.

Phyllostachys spp
Botanics in the Heller Garden - 50 Drawings by Carlson Skoluda

Fam: Poaceae

Spe.: Phyllostachys spp.

Nome volgare: bambù

Etimologia: dal greco phýllon “foglia” e da stáchys spiga: con spighe fogliose, per i lemmi (brattee che avvolgono il fiore) delle spighette con lamine ben sviluppate.


Descrizione: i bambù sono delle piante erbacee perenni rizomatose. Si tratta di una graminacea, e quindi a tutti gli effetti è una pianta erbacea, anche se, grazie alle sue caratteristiche, può diventare ben più alta di un albero.

Le foglie sono sottili, lunghe, lanceolate, erette e reclinate verso l’esterno, di colore verde brillante. Queste crescono sul culmo, comunemente chiamato canna, che è la parte più importante di questa pianta per i suoi vari utilizzi. La canna robustissima, leggera e flessibile, è di colore verde che può mutare di colore con l’età a seconda delle varietà. È formata da nodi cilindrici e internodi cavi.

La fioritura è l’aspetto più curioso dei bambù. La pianta impiega infatti tutte le sue energie nel produrre le spighe fiorali, rade pannocchie di grandi dimensioni, solitamente a due fiori, tanto da assumere un aspetto sofferente, con la possibilità, una volta fiorita, di morire. Per fortuna la fioritura è molto rara; nelle specie di media e alta taglia ci impiega circa ottant’anni. La maggior parte dei bambù si propaga principalmente attraverso il rizoma.


Habitat: originario dell’Asia e arrivato in Europa nell’Ottocento

Proprietà ed utilizzi: P. edulis è coltivata da secoli in Cina per i germogli commestibili e per i più svariati utilizzi industriali, quale materiale da costruzione, per i filati e per i mobili.


Note e Curiosità

Pianta vigorosa e indomabile per via della rapida crescita dei suoi rizomi. La maggior parte dei bambù, soprattutto quelli dei climi temperati, hanno infatti, rizomi striscianti con crescita orizzontale e quindi estremamente invasivi. Hanno un portamento elegante, flessuoso e non si spogliano delle foglie in inverno. Giganti, nani, di taglia media il giardino botanico Heller ne ospita diverse varietà, per mostrare ai visitatori tutta la bellezza e la versatilità di queste piante. Si tratta di una delle essenze indicata nel protocollo di Kyoto come pianta utile per purificare l’ambiente grazie alla sua spiccata capacità di assorbire l’anidride carbonica. Grazie alla fortunata combinazione di temperatura, suolo e acqua in quantità e qualità ottimali, in questo versatile giardino prosperano diverse qualità di bambù che danno vita a un luogo dal fascino misterioso dalle caratteristiche orientaleggianti. Per esempio, un Torii rosso, che rappresenta la Porta giapponese, anticipa la foresta dei bambù giganti dove crescono tantissimi esemplari di P. edulis alti fino a 20 metri che avvolgono lo spettatore e lo fanno sentire piccolo sotto la volta del loro fogliame. Se ne incontrano anche tra i vialetti sinuosi che arricchiscono e si intercalano con le altre eccellenze arboree (metasequoie, gingko, aceri giapponesi, palme, canfore, lecci, tassodi...). Tra le specie più decorative, troviamo:

P. bambusoides, di origine giapponese che presenta culmi giallo oro screziati di verde.

P. edulis, con culmi verde argentato e fogliame fine e leggero. A inizio primavera offrono teneri germogli (turioni) dal sapore delicato che ricorda quello dei carciofi e degli asparagi, molto apprezzati dai monaci giapponesi.

P.aurea, di origine cinese; si tratta di un bambù molto vigoroso. Le foglie hanno un caldo colore dorato e i culmi, se ben esposti al sole, con l’età tendono anch’essi a diventare gialli.

p.nigra, originario della Cina, con culmi neri e brillanti che raggiungono i 7 10 metri di altezza. Le foglie sono verde lucido, il rizoma è invece, poco strisciante e quindi poco invasivo.

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